Mastoplastica riduttiva

Un seno troppo grande? Mastoplastica riduttiva!

Seno “normale” e seno “ipertrofico”

Prima di definire la macromastia (seno grande) è necessario stabilire, dal punto di vista volumetrico, quali sono i limiti di un seno normale. Ciò non è facile perché:

  • non esiste un limite netto tra il seno “normale” e il seno “ipertrofico”,
  • è difficile stabilire dei canoni che possano valere per tutte le età, per tutte le razze e le diverse conformazioni corporee,
  • le pazienti hanno una percezione molto personale del volume del proprio seno.

Convenzionalmente si considera normale un seno di 250-300 cc di volume. Si può, quindi, parlare di macromastia quando il seno in esame supera, di almeno il 50% il questo volume. Il concetto di seno ideale è in continuo mutamento: ogni epoca e ciascuna coltura ha avuto ed ha un prototipo diver­so della bellezza.

L’ipertrofia mammaria moderata è stata, in alcune epoche storiche, il modello ideale del seno. Il seno di una donna dell’America del Nord è più ipertrofico di quello di una Nord-europea. A seconda della moda, l’ipertrofia mammaria moderata può costituire un volume mammario “invidiabile”.

Mastoplastica

Il volume del seno femminile è determinato della quantità di tessuto ghiandolare e adiposo, presente e le diffe­renze di dimensioni mammarie dipendono, in una certa misura, dalla quantità della ghiandola, ma, soprattutto, dalla quantità di grasso.

L’ipertrofia mammaria, cioè l’eccessivo volume di un seno può interessare sia le adolescenti (nel qual caso si parla di ipertrofia virginalis), che le donne più anziane. Molto spesso un seno grosso e pesante viene percepito come qualche cosa di anormale, con senso di peso e difficoltà nei movimenti: questo può provocare una serie di disturbi nella sfera affettiva, psicologica e nei rapporti sociali con condizionamenti di vario genere. A ciò si associano spesso problemi funzionali, quali:

  • dolori alla schiena;
  • disturbi a carico della colonna vertebrale per atteggiamenti viziati sulla colonna vertebrale; le donne affette da tale difetto, in genere, tendono ad assumere una posizione posturale anomala: stanno un po’ curve in avanti (braccia e spalle piegate in avanti) sia per nascondere il seno voluminoso (spalle cur­ve => scoliosi), per un sentimento di vergogna che le porta a nascondere il più possibile questo difetto estetico, sia per il peso vero e proprio esercitato dal seno voluminoso;
  • solchi dolorosi sulle spalle dovuti al reggiseno;
  • arrossamenti del solco sotto-mammario da frizionamento della pelle, è la cosiddetta intertrigine.

 

Quasi sempre l’attività fisica è limitata, al punto da rendere addirittura impossibile praticare uno sport. Non infrequentemente per mascherare la differenza fra un seno molto sviluppato e una vita sottile, alcune pazienti ingrassano volutamente! Questo intervento, quindi, oltre ad avere uno scopo estetico ha anche uno scopo funzionale, in quanto risolve molti dei i problemi sopra riportati delle pazienti affette da questo notevole difetto estetico.

Quando le mammelle sono troppo grosse e pesanti ne deriva oltre un difetto estetico, un fastidio fisico ed un disagio psicologico non trascurabili. I seni di grandi dimensioni tendono sempre a diventare cadenti perché i naturali sostegni non riescono nel tempo a sorreggere il loro peso eccessivo. Ridurre le dimensioni di un seno troppo grande richiede un intervento estetico, la mastoplastica riduttiva, che implica l’opera di un chirurgo plastico esperto in modo da raggiungere un risultato armonico e simmetrico.

Nelle grandi riduzioni di seno, gigantomastie, oltre al miglioramento estetico del seno, l’intervento di mastoplastica riduttiva è importante dal punto di vista funzionale perché asportando la quantità eccessiva di tessuto ghiandolare si previene la possibile insorgenza di formazioni nodulari e cistiche. Nei casi più gravi la mastoplastica riduttiva evita pure l’insorgenza di fastidi alla colonna vertebrale.

L’intervento

L’intervento di mastoplastica riduttiva richiede una anestesia generale. L’asportazione del tessuto ghiandolare e adiposo in eccesso richiede una incisione alla quale residua una cicatrice attorno alla areola del seno che si prolunga in basso e spesso si estende lungo il solco sottomammario. Nel tempo essa tende a ridursi e a divenire meno visibile, ma non scompare mai del tutto.

Mastoplastica riduttiva

Caso clinico di mastoplastica riduttiva: a sinistra, prima; a destra, dopo.
Riduzione di un seno grande e pesante in uno più piccolo e di bella forma

Trattamento nel periodo post-operatorio: convalescenza e ripresa dell’attività fisica 

Il periodo immediatamente successivo all’intervento non comporta particolari disagi. Immediatamente dopo l’operazione possono apparire aree di ecchimosi e lieve indolenzimento. Una sensazione di bruciore dovuta alle suture e localizzata ai lati della zona operata. Dopo 1-2 giorni:

  • i drenaggi vengono rimossi,
  • la paziente lasciata la casa di cura, indossa solo un reggiseno contenitivo da portare per almeno un mese.

Si possono riprendere gradualmente le normali attività, evitando ovviamente per almeno 15 giorni qualsiasi trauma al seno, o prendere in braccio bambini; da evitare l’uso delle  cinture di sicurezza dell’auto, gli esercizi ginnici,ecc. Naturalmente si deve organizzare la propria vita quotidiana in modo da non stancarsi eccessivamente. Sforzi con gli arti superiori vanno evitati nelle prime settimane dopo l’intervento.

Dopo circa due settimane si rimuovono le suture cutanee. Le mammelle operate hanno un aspetto bello, ma … innaturale dovuto all’edema, ma progressivamente riprendono la loro naturalezza. Le cicatrici per un certo periodo rimangono sottili e lineari, ma verso il terzo mese si arrossano, per poi schiarirsi definitivamente entro 6-9 mesi.

Per quanto riguarda le cicatrici la parte più visibile, cioè quella disposta intorno all’areola, in genere, non crea problemi estetici: questo perché normalmente la linea di demarcazione tra l’areola e la cute non è mai veramente netta e precisa, perciò, una cicatrice anche leggermente irregolare riproduce una situazione naturale, sempre che sia nei limiti di una buona cicatrizzazione. In ogni caso la morbidezza e l’aspetto definitivo di queste cicatrici si completa solo dopo 12-18 mesi dal termine dell’intervento.

Se Lei sta pensando di sottoporsi a questo intervento, quanto letto è il primo passo e un consulto personale con il chirurgo dottor CAMPISI è il miglior modo per ottenere le informazioni addizionali di cui Lei ha bisogno.